Tech e Privacy - II settimana di Febbraio 2025
di Claudia Giulia Ferrauto - pubblicato il 13 Febbraio 2025. Ore 7 a.m.
Questa settimana, i temi principali riguardano questioni politiche e tecnologiche di grande rilevanza. Si parte con l’accordo tra l’Italia e SpaceX per l’implementazione di Starlink nel paese, ci sono preoccupazioni sulla sovranità digitale europea, come sottolineato dall’eurodeputato Axel Voss, che ha criticato la dipendenza da un fornitore statunitense e i rischi legati alla sicurezza dei dati. Parallelamente, emergono nuove preoccupazioni sulla privacy con il caso dello spyware Paragon, che ha spiato attivisti e giornalisti, alimentando il dibattito sulla protezione dei diritti digitali. La proposta di Elon Musk di acquisire OpenAI, colosso dell’intelligenza artificiale, ha suscitato discussioni su come l’azienda potrebbe influenzare il futuro della tecnologia, mentre l’Unione Europea sta elaborando nuove politiche per regolamentare gli investimenti nell’AI e tutelare la sicurezza digitale. Infine, non si può ignorare l’incidente del 4 febbraio 2025, quando membri del Department of Government Efficiency (Doge) hanno tentato di infiltrarsi nei sistemi della NOAA, suscitando timori per la protezione delle aree costiere marine e per i dati sensibili legati agli sforzi di conservazione ambientale.
Qui di seguito la selezione dei 5 fatti più importanti della settimana, secondo me, scelti e analizzati per offrire una sintesi personale e approfondita:
1. Paragon Spyware: il software israeliano che ha spiato giornalisti e attivisti in Italia
Lo scandalo “Paragon Spyware” ha sollevato preoccupazioni sulla sorveglianza digitale. WhatsApp e Apple hanno avvisato circa 90 utenti – tra cui giornalisti e attivisti – di essere stati presi di mira da Graphite, un potente spyware sviluppato dalla società israeliana Paragon Solutions. Chi è stato spiato?
David Yambio – Attivista per i diritti umani e presidente di Refugees in Libya. Il 13 novembre 2024, ha ricevuto una notifica da Apple che lo avvisava di un attacco spyware a causa della sua attività politica. Ha denunciato il governo italiano per i suoi accordi con la Libia e la liberazione di Osama Najim, comandante della polizia libica accusato di crimini di guerra. Francesco Cancellato – Direttore di Fanpage, ha ricevuto un avviso da WhatsApp riguardo alla compromissione del suo dispositivo. Luca Casarini – Fondatore dell’ONG Mediterranea Saving Humans, impegnata nel soccorso ai migranti nel Mediterraneo, anch’egli bersaglio dello spyware. Husam El Gomati – Attivista svedese di origine libica, tra le persone colpite dal malware.
Reazioni e conseguenze
Dopo lo scandalo, Paragon Solutions ha rescisso il suo contratto con l’Italia, sostenendo che il software era stato usato in violazione degli accordi etici. Tuttavia, non ha specificato chi abbia materialmente utilizzato Graphite. Il governo italiano ha negato qualsiasi coinvolgimento, annunciando l’apertura di un’indagine per chiarire l’accaduto.
A mio parere:
Il caso - grave nella sostanza - ha il pregio di aver riacceso il dibattito sull’abuso di strumenti di sorveglianza e sulla necessità di regolamentazioni più severe, soprattutto considerando che è un tema che viaggia in sordina da troppo tempo, e merita viceversa un terreno di confronto serio e ampio.
Fonti
The Guardian: Campaigner for migrants in Libya targeted in spyware attack 🔗 Link all’articolo; Revelations of Israeli spyware abuse raise fears over possible use by Trump 🔗 Link all’articolo; Owner of spyware used in alleged WhatsApp breach ends contract with Italy 🔗 Link all’articolo; Italian founder of migrant rescue group ‘targeted with spyware’🔗 Link all’articolo
El País: Un escándalo de espionaje a periodistas y activistas con un programa informático israelí estalla en Italia 🔗 Link all’articolo
TechCrunch: Journalist targeted on WhatsApp by Paragon spyware: “I feel violated” 🔗 Link all’articolo
2. Prosegue l’idillio tra OpenAI e Trump: Musk assiste nervoso e si affretta a reclamare il suo posto a capotavola
L’inizio del 2025 segna un momento cruciale per OpenAI, con una serie di sviluppi che coinvolgono Elon Musk, Sam Altman e il governo degli Stati Uniti. A fine gennaio, OpenAI ha annunciato il lancio di ChatGPT Gov, una versione dedicata all’uso governativo di ChatGPT, consolidando ulteriormente la relazione con l’amministrazione Trump. Contestualmente, a dicembre 2024, l’azienda rientra nella presentazione di Stargate, un ambizioso progetto volto a rafforzare l’infrastruttura per l’IA negli Stati Uniti, in una joint venture con SoftBank e Oracle. Il progetto, che prevede investimenti per un totale di 500 miliardi di dollari, mira a competere con la Cina nel dominio dell’intelligenza artificiale.
L’ inquietudine di Elon Musk è così palpabile che non nasconde il nervosismo e lancia una sfida: un’offerta di 97,4 miliardi di dollari per acquisire il controllo della parte non profit di OpenAI. L’offerta, tuttavia, ha un aspetto particolare: innanzitutto OpenAI non è in vendita, ma soprattutto Musk non si propone di acquistare OpenAI nella sua interezza, ma solo nella parte non-profit, creata in origine per garantire uno sviluppo etico dell’IA. La struttura attuale di OpenAI, comprende sia entità no-profit che for-profit, e questo sta parzialmente limitando la crescita economica dell’azienda, competitor tra l’altro dell’azienda di AI che è già di Musk - non è un caso quindi che Musk ci tenga molto che la parte no-profit di OpenAI resti in piedi, anche a costo di acquistarla. Ma si tratta solo di tempo affinché tutta OpenAI diventi for-profit, la stessa Microsoft, che ha investito 13 miliardi di dollari in OpenAI, ha riscontrato difficoltà a ottenere profitti adeguati da questa divisione interna.
Musk, per chi non lo sapesse, è stato uno dei co-fondatori di OpenAI nel 2015, successivamente ha lasciato l’azienda (2018), e poi in tempi recenti ha avviato una causa legale per fermare la trasformazione della società in una struttura for-profit. La sua offerta di acquisto quindi potrebbe essere un tentativo di rientrare nel gioco, riportando OpenAI alla sua missione originaria. Sam Altman, CEO di OpenAI, ha risposto all’offerta stravagante di Musk in maniera sarcastica, proponendo proprio su Twitter di acquistare la piattaforma social di Musk per un decimo dell’offerta ricevuta da Musk: 9,74 miliardi di dollari. Questo scambio di battute tra i due imprenditori ha aggiunto un ulteriore livello di tensione alla loro già complicata rivalità.
Nel frattempo la valutazione di OpenAI è aumentata significativamente, raggiungendo i 260 miliardi di dollari, ma con i piani di Altman di trasformare l’organizzazione in una società for-profit, l’incertezza su come procedere è tangibile.
A mio parere:
Nel complicato contesto geopolitico in cui l’intelligenza artificiale sta prendendo sempre più spazio, l’offerta di Musk per acquisire il controllo di OpenAI potrebbe complicare la ristrutturazione in corso, mentre il progetto Stargate, sostenuto dall’amministrazione Trump, potrebbe diventare un punto di contesa economica e politica.
In un’era in cui la lotta per il predominio nell’intelligenza artificiale è sempre più accesa, la vicenda di OpenAI diventa il simbolo di un conflitto che ha implicazioni globali, politiche ed economiche.
La tensione si acuisce ulteriormente con la vicinanza di Altman a Trump e l’iniziativa di quest’ultimo di spingere per una massiccia espansione delle infrastrutture AI negli Stati Uniti. L’offerta di Musk scuote l’industria tecnologica. Resta da vedere se si tratti di un bluff strategico o di un tentativo serio di influire nuovamente su uno dei player chiave dell’intelligenza artificiale statunitense e mondiale.
Fonti:
WSJ: Il gruppo guidato da Elon Musk fa un'offerta da 97,4 miliardi di dollari per il controllo di OpenAI https://www.wsj.com/tech/elon-musk-openai-bid-4af12827
CBS News: Cos’è Stargate, l’ambizioso progetto di infrastruttura AI di Trump? https://www.cbsnews.com/news/trump-stargate-ai-openai-softbank-oracle-musk/
CNN: Trump annuncia un investimento da 500 miliardi di dollari in infrastrutture AI negli Stati Uniti https://www.cnn.com/2025/01/21/tech/openai-oracle-softbank-trump-ai-investment/index.html
3. Scienza sotto assedio negli Stati Uniti: il piano Doge minaccia i dati climatici della NOAA
Il 4 febbraio 2025, membri del Department of Government Efficiency (Doge), un’agenzia guidata da Elon Musk, sono entrati senza autorizzazione nelle sedi della National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA) e del Dipartimento del Commercio. L’azione mirava a ottenere l’accesso ai sistemi informatici contenenti dati riservati, suscitando preoccupazioni per possibili tagli al personale e minacce alle operazioni dell’agenzia. Fonti interne affermano che i membri del Doge cercavano di entrare nei sistemi IT della NOAA, che custodiscono informazioni sensibili.
Questa incursione si inserisce nel contesto del Progetto 2025, un piano sviluppato da ex collaboratori dell’amministrazione Trump che propone una riduzione delle dimensioni della NOAA, ritenendola dannosa per il settore della scienza climatica. Secondo Andrew Rosenberg, esperto di scienze ambientali, molte corporazioni potenti stanno da tempo cercando di privatizzare i dati custoditi dalla NOAA. Tuttavia, non esiste un modo legale per abolire o ridurre il budget della NOAA senza il coinvolgimento del Congresso. Beth Lowell di Oceana, un’organizzazione di conservazione marina, ha avvertito che eventuali tagli alla NOAA potrebbero avere conseguenze devastanti per le comunità costiere, le economie locali e gli sforzi di conservazione marina. Nonostante le preoccupazioni sollevate, la NOAA ha rinviato la questione al Dipartimento del Commercio, che non ha ancora rilasciato commenti ufficiali.
A mio parere:
L’incursione alla NOAA è un segnale allarmante: un attacco politico ai dati climatici che sembra voler minare la scienza per fini ideologici.
Ridurre la NOAA potrebbe significare indebolire la ricerca e la protezione ambientale, con rischi per le comunità costiere e l’economia.
Fonti:
The Guardian: Il DOGE entra nella sede della NOAA, suscitando preoccupazioni per possibili tagli e minacce alle operazioni dell’agenzia https://www.theguardian.com/us-news/2025/feb/04/doge-noaa-headquarters
The Hill: I Democratici accusano il DOGE di infiltrarsi nei sistemi della NOAA https://thehill.com/policy/energy-environment/5128418-democrats-accuse-musk-doge-noaa/
The Atlantic: Come il DOGE sta mettendo a rischio i segreti di stato https://www.theatlantic.com/international/archive/2025/02/doge-intelligence-agencies-harm/681667/
4. Starlink in Italia: tra opportunità e rischi per la sovranità digitale europea
Il 10 febbraio 2025, l’eurodeputato tedesco Axel Voss ha criticato duramente l’accordo tra il governo italiano, guidato da Giorgia Meloni, ed Elon Musk per l’implementazione del sistema Starlink in Italia. Voss ha espresso preoccupazioni riguardo alla sovranità digitale dell’Europa, sottolineando che affidarsi a un’infrastruttura di proprietà di una società statunitense potrebbe compromettere la sicurezza dei dati e l’autonomia tecnologica dell’UE. Ha inoltre evidenziato il rischio di creare una dipendenza strategica da un singolo fornitore esterno, mettendo in discussione la coerenza dell’accordo con le iniziative europee volte a promuovere soluzioni tecnologiche interne e a rafforzare l’indipendenza digitale del continente. Voss ha esortato gli Stati membri a considerare alternative europee per garantire una maggiore sicurezza e controllo sui dati dei cittadini.
L’accordo tra l’Italia e Elon Musk riguarda l’implementazione del sistema di Starlink nel paese. Starlink è un’iniziativa di SpaceX che fornisce Internet satellitare a banda larga, in particolare in aree remote e difficili da raggiungere con le tradizionali infrastrutture.
Questo accordo prevede che Starlink fornisca un servizio Internet ad alta velocità in diverse zone dell’Italia, inclusi luoghi meno coperti da altre reti. Tuttavia, l’accordo ha suscitato critiche, soprattutto in ambito politico e scientifico, per le implicazioni legate alla sovranità digitale e alla dipendenza tecnologica da un fornitore esterno, come SpaceX, una società americana. L’eurodeputato Axel Voss ha sollevato preoccupazioni su questi aspetti, suggerendo che l’Europa dovrebbe privilegiare soluzioni tecnologiche interne per evitare una dipendenza da aziende statunitensi, con potenziali rischi per la sicurezza dei dati e l’autonomia digitale del continente.
L’accordo tra l’Italia e SpaceX per l’implementazione del sistema Starlink tuttavia non è ancora stato finalizzato o concluso in modo formale. Nonostante questo, l’accordo sarebbe in fase avanzata.
A mio parere:
L’Italia tuttavia sta ancora esplorando l’adozione di Starlink per migliorare la connettività Internet nelle zone rurali e remote, ma ci sono ancora molti aspetti da chiarire e da formalizzare, specialmente in relazione alla regolamentazione e agli aspetti di privacy e sicurezza dei dati.
Alcuni dettagli finali sull’accordo potrebbero dipendere dalle discussioni e dalle approvazioni politiche, inclusi i punti relativi alla sovranità digitale e al monitoraggio della sicurezza delle informazioni.
Fonti:
Euractiv: https://www.euractiv.com/section/tech/news/mep-eviscerates-meloni-and-musks-starlink-deal/
Politico Europe • Politico Europe - Axel Voss criticizes Starlink deal
Il Sole 24 Ore • Il Sole 24 Ore - Italia e Starlink: il dibattito sulla sovranità digitale
Space . com • Space.com - Italy to partner with Starlink for internet expansion
5. L’Europa nella corsa globale dell’intelligenza artificiale
L’Unione Europea ha recentemente intrapreso un passo importante per rafforzare la sua posizione nella corsa globale all’intelligenza artificiale (AI). Con l’obiettivo di competere con giganti come Stati Uniti e Cina, l’UE ha annunciato la creazione di un fondo da 20 miliardi di euro. Questo investimento mira a potenziare le capacità di calcolo dell’Europa, sostenendo lo sviluppo di supercomputer e l’innovazione in AI, nonché l’incremento delle risorse per le start-up tecnologiche.
L’iniziativa, che fa parte di programmi più ampi come Digital Europe e Horizon Europe, riflette l’intenzione dell’UE di mettere in atto una strategia più incisiva in un campo in cui ha storicamente mostrato un certo ritardo rispetto alle due superpotenze globali. Le risorse verranno allocate per sviluppare modelli avanzati di AI, con l’ambizione di colmare il divario tecnologico. In un contesto dove Stati Uniti e Cina hanno già investito miliardi in intelligenza artificiale, l’Europa intende emergere come un attore di spicco, puntando su un approccio più collaborativo, che includa una forte partnership pubblico-privata.
Ursula von der Leyen, presidente della Commissione Europea, ha sottolineato che l’obiettivo finale è mobilitare fino a 200 miliardi di euro, facendo dell’Europa la “più grande partnership pubblico-privata al mondo per lo sviluppo di un’intelligenza artificiale affidabile”.
Con queste mosse, l’UE vuole ribaltare la sua immagine di “antagonista all’innovazione” e proporsi come un centro di eccellenza per l’AI, dove l’affidabilità e la sicurezza sono in primo piano. I progressi di questo piano sono attesi con attenzione, dato che l’Europa dovrà affrontare una forte concorrenza, ma con l’ambizione di giocare un ruolo fondamentale nel futuro dell’intelligenza artificiale.
Le dichiarazioni di von der Leyen sono solo un passo in avanti in un piano più ampio che mira a guidare l’innovazione in Europa, con l’intento di costruire un ecosistema robusto per l’AI che sia anche etico e responsabile.
A mio parere:
L’UE sembra finalmente pronta a sfruttare il suo potenziale e a lasciare un’impronta significativa in questo settore strategico, restano però molte domande sul tavolo: L’Europa sarà in grado di recuperare il terreno perso?
La regolamentazione europea, aiuterà o paradossalmente limiterà il suo stesso sviluppo? I fondi messi a disposizione, ammesso siano sufficienti, sono in grado di generare un sistema sufficientemente coese e proattivo allo sviluppo o innescheranno una corsa all’oro che porterà frammentazione?
Fonti:
CNBC: L’Europa vuole partecipare alla corsa all’intelligenza artificiale
CLASS CNBS: Commissione Europea, AI Summit
Ursula von der Leyen: Twitter - Ursula von der Leyen
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