Criticità tecnologiche: i talloni d’Achille di Starlink - III settimana di marzo 2025
di Claudia Giulia Ferraùto - 20 marzo 2025
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-Limiti e sfide di un gigante spaziale
Un colosso con promesse di connettività globale, fragile sotto il peso delle sue stesse ambizioni: Starlink è una rivoluzione, ma non senza crepe.
Il progetto di SpaceX ha conquistato milioni di utenti, ma dietro il suo successo si celano sfide tecniche, gestionali e ambientali che ne mettono alla prova la sostenibilità.
Quali sono i limiti di questo gigante spaziale?
Uno dei principali punti deboli è la capacità della rete
Con oltre 7.000 satelliti in orbita al 2024 e un obiettivo di 42.000, Starlink fatica nelle aree densamente popolate: la banda condivisa si satura, riducendo le velocità a meno di 50 Mbps rispetto ai 220 Mbps promessi. Nel 2023, SpaceX introduce limiti di dati (1 TB al mese) per i piani base, deludendo chi sperava in un’alternativa illimitata alla fibra. Inoltre, la copertura richiede una chiara visuale del cielo: ostacoli come alberi o edifici interrompono il segnale, un problema intrinseco alle antenne phased-array dei terminali.
La gestione di una costellazione così vasta è un’altra criticità
Coordinare migliaia di satelliti in orbita bassa (LEO) richiede software avanzati per evitare collisioni e interferenze radio. Nel 2022, un satellite Starlink si avvicina pericolosamente a uno cinese, sollevando allarmi internazionali e richieste di regole più severe all’International Telecommunication Union (ITU). L’affollamento orbitale aumenta il rischio di detriti, un pericolo segnalato dall’European Space Agency. La dipendenza dai gateway terrestri limita poi la copertura in aree remote, nonostante i laser intersatellitari introdotti nel 2021.
Manutenzione e aggiornamenti aggiungono complessità
I satelliti, con una vita di 5-7 anni, si auto-deorbitano per ridurre i detriti, ma sostituirli richiede 20-30 lanci annuali con costi di decine di milioni di dollari, anche usando il Falcon 9 riutilizzabile. Nel 2021, una tempesta solare distrugge 40 satelliti, evidenziando la vulnerabilità alle condizioni spaziali. Gli upgrade, come il passaggio ai v2.0 con Starship nel 2023, sono lenti e costosi: SpaceX stima anni e miliardi per completare la transizione, mentre i terminali utente soffrono di guasti (surriscaldamento, malfunzionamenti) con tempi di sostituzione lunghi.
L’impatto ambientale è un altro tallone d’Achille
I satelliti riflettono la luce solare, disturbando le osservazioni astronomiche: soluzioni come DarkSat (2020) e VisorSat (con visiere antiriflesso) mitigano il problema, ma l’Unione Astronomica Internazionale lo considera irrisolto. Il rientro atmosferico dei satelliti solleva interrogativi sugli effetti a lungo termine, ancora poco studiati, mentre i lanci frequenti generano un’impronta di carbonio criticata nel 2023 da ambientalisti. La sostenibilità economica dipende da SpaceX: difficoltà finanziarie o legali, come la disputa FCC sul Rural Digital Opportunity Fund (2022-23), potrebbero destabilizzare il sistema.
Starlink è un trionfo tecnologico che sfida le infrastrutture terrestri con razzi riutilizzabili e antenne avanzate.
Eppure, il suo gigantismo porta interrogativi irrisolti: dalla gestione orbitale alla capacità di bilanciare innovazione e impatto. Il futuro dipenderà dalla capacità di Musk di affrontare queste complessità, senza parlare delle enormi questioni geopolitiche. Insomma, un equilibrio ancora tutto da trovare.
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Analista indipendente, opero con passione per la verità e l’informazione, tutelata dall’articolo 21 della Costituzione. Iscritta all’Ordine dei Giornalisti dopo il praticantato, ho scelto di cancellarmi per coerenza etica in relazione ad esperienze con figure istituzionali. Laureata con lode in Architettura e Urbanistica, ho affinato la mia analisi tra studi professionali, cantieri navali e ricerca tecnologica. Ho collaborato con testate come Il Foglio, L’Espresso e Il Sole 24 Ore, contribuendo con articoli e analisi. Da tre anni curo una rubrica di tecnologia negli spazi dell’Istituto Bruno Leoni, approfondendo temi di innovazione e analisi. Co-autrice e curatrice del libro “Intelligenza Artificiale: cos’è davvero” con prefazione di Piero Angela, per Bollati Boringhieri.