Dazi di Trump: un’arma contro le regole UE sulle Big Tech - II settimana di aprile 2025
di Claudia Giulia Ferraùto - data 2025
Questo articolo fa parte della Newsletter settimanale “Tech e Privacy”
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Cosa vuole Trump imponendo dazi all’Europa? Ottenere una retromarcia della Commissione Europea sui regolamenti e le multe ai Big Tech
Sabino Cassese, giurista ed esperto di diritto, ha offerto un’analisi profonda e arguta sul tema dei dazi imposti la scorsa settimana - e rimossi temporaneamente ieri - durante la trasmissione Tagadà, condotta da Tiziana Panella su La7 il 4 aprile 2025. Nel corso dell’intervista, Cassese ha spostato l’attenzione su un problema che considera più rilevante delle politiche tariffarie: il potere delle Big Tech.
Cassese ha spiegato che negli ultimi vent’anni, negli Stati Uniti, le grandi aziende tecnologiche - come Google, Amazon, Apple e altre – hanno acquisito un’influenza e una potenza economica tali da superare, in alcuni casi, quella degli Stati nazionali stessi.
Questo fenomeno rappresenta una trasformazione significativa del panorama globale, dove i tradizionali equilibri di potere tra governi e settore privato sono stati ridefiniti.
Parlando dei dazi, Cassese ha introdotto una riflessione originale che sposo appieno: sebbene queste misure siano generalmente percepite come uno strumento protezionistico, volte a difendere l’economia interna di un paese, gli USA sotto la presidenza di Trump, il loro utilizzo in questo momento potrebbe voler sfruttare i dazi non tanto per proteggere gli Stati Uniti, ma per accelerare una forma di globalizzazione controllata, in cui gli USA mantengono una posizione dominante.
In altre parole, i dazi sarebbero un mezzo tattico per rinegoziare i rapporti economici internazionali a favore degli interessi americani, piuttosto che un fine per chiudersi davvero al commercio globale.
Cassese ha poi enfatizzato il fatto che il dibattito sui dazi rischia di essere fuorviante se non si considera il contesto più ampio. Il vero nodo, per lui, non è la politica tariffaria in sé, ma il modo in cui le Big Tech hanno accumulato un potere che sfugge al controllo democratico e che influenza le dinamiche economiche e politiche globali. Questo potere, ha concluso durante l’intervista con Tiziana Panella, è il problema strutturale da affrontare, più urgente e complesso rispetto alle misure economiche come i dazi.
A mio parere
Il potere sovranazionale delle Big Tech, sfugge da tempo alle regole, per questo a mio avviso le normative europee - ampiamente criticate da tutti gli schieramenti politici - sono invece un baluardo di libertà e di difesa della democrazia europea. Salvo l’affastellamento delle regole e la loro difficoltà applicativa in un’ottica di crescita del mercato digitale, punti sui quali invece anche a mio avviso è necessaria una revisione immediata.
Concordo con Cassese quindi sul fatto che i dazi verso l'Unione Europea vertono principalmente - anche se non solo - a ricalibrare il ruolo delle norme digitali che tanto mettono in crisi la tecnocrazia statunitense. E su questo punto il mio invito ai politici a fare molta attenzione a non cedere facilmente, perché proprio lì dove il dente-Tech duole c’è la possibilità di stabilire un ruolo europeo più forte.
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Analista indipendente, opero con passione per la verità e l’informazione, tutelata dall’articolo 21 della Costituzione. Iscritta all’Ordine dei Giornalisti dopo il praticantato, ho scelto di cancellarmi per coerenza etica in relazione ad esperienze con figure istituzionali. Laureata con lode in Architettura e Urbanistica, ho affinato la mia analisi tra studi professionali, cantieri navali e ricerca tecnologica. Ho collaborato con testate come Il Foglio, L’Espresso e Il Sole 24 Ore, contribuendo con articoli e analisi. Da tre anni curo una rubrica di tecnologia negli spazi dell’Istituto Bruno Leoni, approfondendo temi di innovazione e analisi. Co-autrice e curatrice del libro “Intelligenza Artificiale: cos’è davvero” con prefazione di Piero Angela, per Bollati Boringhieri.