Tecnologia e risorse: come funziona Starlink? - III settimana di marzo 2025
di Claudia Giulia Ferraùto - 20 marzo 2025
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Il cuore tecnologico di Starlink: come funziona la rete tra le stelle
Immaginate una rete che naviga tra le stelle, un sistema capace di portare internet veloce ovunque.
È questa l’essenza di Starlink, il progetto di SpaceX che dal 2015 ha costruito un’architettura tecnologica straordinaria. Ma come funziona davvero questa costellazione che collega milioni di persone? La risposta sta in un mix di satelliti innovativi, razzi riutilizzabili e una visione che ha ridefinito la connettività globale.
Starlink opera con migliaia di satelliti in orbita terrestre bassa (LEO), tra 340 e 1.150 km di altezza, molto più vicini rispetto ai tradizionali satelliti geostazionari (GEO) a 36.000 km. Questa prossimità riduce la latenza a 20-40 millisecondi—contro i 600-700 ms dei GEO—rendendo il sistema ideale per gaming, videochiamate e applicazioni in tempo reale. Il viaggio tecnico inizia nel febbraio 2018 con i satelliti di test Tintin A e B, seguito dal primo dispiegamento operativo di 60 satelliti nel maggio 2019. Oggi, con oltre 7.000 unità in orbita al 2024, la rete è una realtà globale.
Ogni satellite, con un peso variabile tra 260 e 500 kg a seconda della versione, è un concentrato di tecnologia: pannelli solari per l’energia, propulsori ionici al krypton per il controllo orbitale e antenne phased-array per trasmettere segnali senza parti mobili. I modelli più recenti, come i v1.5 del 2021 e i v2.0 Mini del 2023, integrano laser intersatellitari, attivi su oltre il 90% dei satelliti lanciati dal 2022. Questa tecnologia permette ai satelliti di scambiarsi dati direttamente nello spazio, riducendo la dipendenza dalle stazioni terrestri e migliorando la copertura in aree remote, come gli oceani.
A terra, il sistema si completa con gateway- stazioni connesse alla fibra ottica che collegano i satelliti a internet - e i terminali utente, noti come “Dishy McFlatface”.
Queste antenne paraboliche compatte, anch’esse dotate di phased-array, si orientano automaticamente verso i satelliti. Prodotte in-house da SpaceX, il loro costo è sceso da 3.000 dollari nel 2019 a circa 600 dollari nel 2023, con un prezzo al pubblico di 499 dollari in alcuni mercati.
SpaceX produce questi satelliti a Redmond, Washington, a un ritmo di 120 al mese nel 2023, lanciandoli con il razzo Falcon 9, riutilizzabile fino a 20 volte, per un costo di 2-3 milioni di dollari a missione - un’efficienza che distingue l’azienda.
L’evoluzione tecnologica è costante
I primi satelliti v0.9 del 2019 usavano la banda Ku (12-18 GHz); nel 2020, la v1.0 ha aggiunto la banda Ka (26-40 GHz) per maggiore capacità. I laser del 2021 e i v2.0 Mini del 2023, lanciati con Starship, hanno portato velocità fino a 220 Mbps per i consumatori e oltre 1 Gbps per usi aziendali, come dichiarato da SpaceX nel 2024.
Il software, aggiornato in tempo reale, ottimizza il traffico e mitiga le interferenze, un aspetto regolato dall’International Telecommunication Union (ITU) e dalla FCC.
La rete è dinamica: i satelliti, viaggiando a 27.000 km/h, completano un’orbita ogni 90 minuti e si auto-deorbitano dopo 5-7 anni per ridurre i detriti spaziali.
Con gateway sparsi nel mondo e collaborazioni come quella con Microsoft Azure dal 2020, Starlink copre oltre 70 paesi e serve 4 milioni di utenti al settembre 2024.
È un sistema che unisce risorse impressionanti e innovazione, portando la connettività a un livello mai visto prima.
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Analista indipendente, opero con passione per la verità e l’informazione, tutelata dall’articolo 21 della Costituzione. Iscritta all’Ordine dei Giornalisti dopo il praticantato, ho scelto di cancellarmi per coerenza etica in relazione ad esperienze con figure istituzionali. Laureata con lode in Architettura e Urbanistica, ho affinato la mia analisi tra studi professionali, cantieri navali e ricerca tecnologica. Ho collaborato con testate come Il Foglio, L’Espresso e Il Sole 24 Ore, contribuendo con articoli e analisi. Da tre anni curo una rubrica di tecnologia negli spazi dell’Istituto Bruno Leoni, approfondendo temi di innovazione e analisi. Co-autrice e curatrice del libro “Intelligenza Artificiale: cos’è davvero” con prefazione di Piero Angela, per Bollati Boringhieri.