Un filo sottile di sfiducia: l’analisi delle tensioni transatlantiche e dei protocolli anti-spionaggio dell’UE - III settimana di mese 2025
di Claudia Giulia Ferraùto - 17 APRILE 2025
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Un filo sottile di sfiducia: l’analisi delle tensioni transatlantiche e dei protocolli anti-spionaggio dell’UE
Il 14 aprile 2025, il sito Debug Lies ha pubblicato un articolo intitolato “Unraveling Transatlantic Distrust: A Critical Examination of EU Anti-Espionage Protocols and Geopolitical Fractures in U.S.-EU Relations, 2025”, che esplora le crepe crescenti nelle relazioni tra Stati Uniti ed Unione Europea, con un focus sui protocolli anti-spionaggio dell’UE.
L’articolo descrive un clima di crescente diffidenza, alimentato da scandali di spionaggio passati, come le famose rivelazioni di Edward Snowden nel 2013 sulle attività della National Security Agency (NSA) americana, che intercettò comunicazioni di leader europei, tra cui la cancelliera tedesca Angela Merkel.
Questi eventi hanno lasciato un’eredità di sospetto, acuita dalle tensioni recenti (ndr), spingendo l’UE a rafforzare le sue difese con il nuovo quadro anti-spionaggio introdotto nel 2024 - testimoniato anche dalle recenti precauzioni sui device adottate dall’UE - che mira a proteggere le infrastrutture critiche e i dati sensibili da minacce interne ed esterne.
L’analisi evidenzia come l’UE stia implementando misure più severe, inclusi controlli più rigidi su investimenti stranieri e sanzioni per le aziende sospettate di spionaggio economico, come quelle cinesi e, indirettamente, americane. Debug Lies cita un caso recente: l’indagine dell’UE su una società tecnologica statunitense accusata di trasferire dati sensibili a Washington, un episodio che ha riacceso il dibattito sulla sovranità digitale. L’articolo suggerisce che queste tensioni siano aggravate da divergenze geopolitiche, come le diverse posizioni su Cina e Russia, e dalla riluttanza degli USA a condividere informazioni complete con i partner europei, alimentando un circolo vizioso di sfiducia.
Altri media autorevoli hanno ripreso temi simili, offrendo prospettive complementari. Il Financial Times, in un articolo del 12 aprile 2025, ha analizzato l’impatto del nuovo regolamento anti-spionaggio dell’UE, sottolineando come esso abbia già portato alla revisione di contratti con aziende americane nel settore tecnologico, inclusa Palantir - e qui vi consiglio di rileggere l’articolo precedente a questo, che trovate qui sopra in questa stessa Newsletter - a causa di preoccupazioni sulla sicurezza dei dati.
Il quotidiano britannico nota che Bruxelles sta cercando di bilanciare la cooperazione con Washington contro la necessità di proteggere i propri interessi, un equilibrio reso più complesso dalle recenti acquisizioni militari di Nato- Palantir.
Euractiv, in un pezzo del 15 aprile 2025, si concentra sull’aspetto pratico dei protocolli, riportando che l’UE ha avviato un programma pilota per monitorare il traffico dati transatlantico, con l’obiettivo di identificare potenziali violazioni entro il 2026. L’articolo cita un funzionario europeo anonimo che definisce la misura “una risposta inevitabile” alle crescenti minacce cyber, ma ammette che potrebbe complicare la collaborazione con gli Stati Uniti, specialmente nel contesto delle tensioni post-elettorali americane.
Infine, Politico Europe, in un’analisi del 13 aprile 2025, esplora le fratture geopolitiche, collegando la sfiducia transatlantica alla divergenza su questioni come il commercio con la Cina e la gestione delle crisi migratorie. L’articolo suggerisce che l’UE stia cercando di affermarsi come attore indipendente, ma che questa ambizione rischi di indebolire ulteriormente i legami con Washington, già sotto pressione per le politiche isolazioniste di alcune fazioni americane.
A mio parere
Mettendo insieme tutti i ragionamenti, emerge un quadro di relazioni transatlantiche fragili, dove i protocolli anti-spionaggio dell’UE rappresentano sia una barriera protettiva che un punto di frizione. Mentre l’Europa si muove verso una maggiore autonomia, il clima di sfiducia con gli Stati Uniti sembra destinato a crescere, con implicazioni profonde per la sicurezza e la cooperazione globale.
I protocolli anti-spionaggio dell’UE sono cruciali per proteggere la sovranità digitale, ma potrebbero innescare una frammentazione tecnologica.
La crescente sfiducia transatlantica, se non mitigata, rischia di indebolire la cooperazione su minacce globali, come il cyberspionaggio di potenze rivali.
Per fortuna alla presidenza degli Stati Uniti c’è una persona misurata e affidabile che sta dimostrando grandissima capacità strategica nel conservare la fiducia degli alleati, giusto?
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Analista indipendente, opero con passione per la verità e l’informazione, tutelata dall’articolo 21 della Costituzione. Iscritta all’Ordine dei Giornalisti dopo il praticantato, ho scelto di cancellarmi per coerenza etica in relazione ad esperienze con figure istituzionali. Laureata con lode in Architettura e Urbanistica, ho affinato la mia analisi tra studi professionali, cantieri navali e ricerca tecnologica. Ho collaborato con testate come Il Foglio, L’Espresso e Il Sole 24 Ore, contribuendo con articoli e analisi. Da tre anni curo una rubrica di tecnologia negli spazi dell’Istituto Bruno Leoni, approfondendo temi di innovazione e analisi. Co-autrice e curatrice del libro “Intelligenza Artificiale: cos’è davvero” con prefazione di Piero Angela, per Bollati Boringhieri.