Verso un futuro verde: Apple accelera il cammino verso la neutralità carbonica - III settimana di mese 2025
di Claudia Giulia Ferraùto - 17 APRILE 2025
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Verso un futuro verde: Apple accelera il cammino verso la neutralità carbonica
Il 16 aprile 2025, un annuncio di Tim Cook, amministratore delegato di Apple, ha catturato l’attenzione globale con un breve post su X: “Cinque anni fa ci siamo prefissati l'ambizioso obiettivo di raggiungere la neutralità carbonica in ogni ambito della nostra attività entro il 2030. Oggi annunciamo di aver ridotto le nostre emissioni globali di oltre il 60% e di utilizzare più materiali riciclati ed energie rinnovabili che mai.” Il testo era accompagnato da un’immagine di pannelli solari che si stagliano contro un cielo azzurro e colline verdi. Oggi, l’azienda dichiara di aver ridotto le sue emissioni globali di gas serra di oltre il 60% rispetto al 2015, integrando più materiali riciclati e energie rinnovabili che mai nella sua storia. La notizia ha immediatamente acceso i riflettori, spingendo media e analisti a esplorare i dettagli di questa svolta ambientale.
Il sito ufficiale di Apple ha pubblicato un dettagliato Environmental Progress Report, sottolineando come l’azienda abbia raggiunto il 60% di riduzione delle emissioni attraverso una transizione massiccia verso l’energia pulita nella sua catena di approvvigionamento. Con 17,8 gigawatt di energia rinnovabile ora attivi tra i fornitori, Apple ha evitato 21,8 milioni di tonnellate di emissioni di CO2 nel 2024, un incremento del 17% rispetto all’anno precedente. Inoltre, l’adozione di materiali riciclati ha raggiunto livelli record: il 99% degli elementi di terre rare nei magneti e il 99% del cobalto nelle batterie progettate da Apple provengono ora da fonti riciclate. Un incentivo per i consumatori, con uno sconto del 10% sui nuovi prodotti per chi ricicla vecchi dispositivi, completa l’impegno dell’azienda.
Il Guardian ha accolto la notizia con un articolo che elogia i progressi di Apple, ma invita a una riflessione critica. Secondo il quotidiano britannico, la riduzione del 60% è un passo importante, ma il vero test sarà mantenere questa traiettoria fino al 2030, soprattutto considerando le emissioni della supply chain, che rappresentano la maggior parte dell’impatto ambientale dell’azienda. Il pezzo evidenzia anche l’iniziativa di Apple in India, dove l’energia solare alimenta scuole e cliniche rurali, e progetti di gestione dell’acqua migliorano l’accesso nelle aree urbane, segno di un approccio globale alla sostenibilità.
Anche Deccan Herald ha dedicato spazio all’argomento, enfatizzando il ruolo di Apple come leader nel settore tecnologico. L’articolo descrive come l’azienda stia spingendo i suoi oltre 300 fornitori a utilizzare il 100% di energia rinnovabile entro il 2030, un impegno che potrebbe ispirare altre multinazionali. Tuttavia, solleva interrogativi sui costi ambientali della produzione di pannelli solari e batterie, un aspetto che Apple dovrà affrontare per consolidare la sua credibilità.
MarketScreener, invece, ha analizzato il report annuale di Apple, mettendo in luce i dettagli tecnici: dal 2018, ogni facility dell’azienda - uffici, negozi e data center - opera con energia rinnovabile, mentre i fornitori hanno già attivato significativi progetti di efficienza energetica. L’articolo suggerisce che questi risultati potrebbero rafforzare la posizione di Apple sul mercato, attirando investitori sensibili alle questioni ESG (Environmental, Social, Governance).
In un mondo sempre più attento al cambiamento climatico - fatta eccezione per l’attuale presidente degli Stati Uniti che lo nega con forza - l’annuncio di Cook non è solo una vittoria per Apple, ma un segnale per l’industria tecnologica. Gli articoli concordano sul fatto che il percorso verso la neutralità carbonica sia ancora lungo, ma riconoscono il peso di un’azienda che, con i suoi 41 milioni di tonnellate di emissioni evitate nel 2024, sta cercando di ridisegnare il futuro del pianeta.
A mio parere
I progressi ambientali di Apple sono notevoli, ma il rischio di greenwashing in questo tipo di comunicazioni, spesso autocertificate, persiste se non si affrontano, tra le altre cose, i costi ecologici della produzione di tecnologie rinnovabili. La dipendenza da una supply chain globale richiede standard più uniformi e trasparenti per garantire un impatto realmente sostenibile.
C’è poi da dire che con la politica imprevedibile messa in campo da Trump con i dazi, tutta la visione di Apple ( e non solo di Apple) corre gravi rischi, come scrivevo QUI e se la situazione non si stabilizza, qualunque politica industriale green ne risentirà per forza.
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Analista indipendente, opero con passione per la verità e l’informazione, tutelata dall’articolo 21 della Costituzione. Iscritta all’Ordine dei Giornalisti dopo il praticantato, ho scelto di cancellarmi per coerenza etica in relazione ad esperienze con figure istituzionali. Laureata con lode in Architettura e Urbanistica, ho affinato la mia analisi tra studi professionali, cantieri navali e ricerca tecnologica. Ho collaborato con testate come Il Foglio, L’Espresso e Il Sole 24 Ore, contribuendo con articoli e analisi. Da tre anni curo una rubrica di tecnologia negli spazi dell’Istituto Bruno Leoni, approfondendo temi di innovazione e analisi. Co-autrice e curatrice del libro “Intelligenza Artificiale: cos’è davvero” con prefazione di Piero Angela, per Bollati Boringhieri.