Chi paga Starlink? Tutto su fondi e finanziamenti- III settimana di marzo 2025
di Claudia Giulia Ferraùto - 20 marzo 2025
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Starlink: fondi e finanziamenti
Le risorse economiche del colosso Starlink
Il Motore Economico di Starlink: Fondi, Finanziamenti e Visioni
Un progetto che collega la Terra alle stelle richiede risorse colossali: come ha fatto Starlink a trovare i miliardi necessari per decollare?
Dietro la rete satellitare di SpaceX si nasconde una storia finanziaria che vede un intreccio di capitali privati, ricavi interni e contributi pubblici che ha permesso all’idea visionaria di Elon Musk di diventare una potenza globale. Ma andiamo per gradi.
Starlink: fondi e finanziamenti
Le risorse economiche del colosso Starlink
Il Motore Economico di Starlink: Fondi, Finanziamenti e Prospettive
Un progetto come Starlink, che collega la Terra allo spazio attraverso una rete satellitare, richiede investimenti significativi: quali sono state le fonti di finanziamento che ne hanno consentito la realizzazione?
La rete satellitare di SpaceX rappresenta un esempio di strategia finanziaria basata su capitali privati, ricavi interni e un contributo pubblico mirato. Starlink, sviluppato da SpaceX (società fondata da Elon Musk), ha trasformato un obiettivo ambizioso in una realtà operativa, grazie a una gestione economica strutturata.
Il percorso finanziario, avviato ufficialmente nel 2015, evidenzia la capacità di SpaceX di combinare diverse fonti di capitale per supportare il progetto.
Le basi economiche di Starlink si fondano su SpaceX, costituita nel 2002 con un investimento iniziale di Elon Musk di circa 100 milioni di dollari, derivanti dalla vendita di PayPal (fonte: biografia ufficiale di Musk).
Nel 2015, quando Starlink inizia a prendere forma, SpaceX dispone già di una solida struttura finanziaria, sostenuta da contratti con la NASA, come il programma COTS da 1,6 miliardi di dollari siglato nel 2008 (fonte: NASA), e dai ricavi generati dai lanci commerciali con il razzo Falcon 9. Queste entrate hanno finanziato le fasi iniziali di Starlink, inclusi prototipi e satelliti di test, con costi stimati in centinaia di milioni di dollari.
Tuttavia, per un progetto di questa portata, erano necessarie risorse aggiuntive.
I finanziamenti privati costituiscono il nucleo della crescita di Starlink:
SpaceX ha raccolto capitali significativi da investitori istituzionali e venture capital. Nel 2015, Google (fonte: comunicato stampa SpaceX) e Fidelity Investments (fonte: Reuters) hanno investito 1 miliardo di dollari, parte del quale destinato a Starlink per il suo potenziale di connettività globale. Nel 2019, un round da 1,3 miliardi ha visto la partecipazione di Baillie Gifford (fonte: Bloomberg) e Valor Equity Partners (fonte: Crunchbase), seguito nel 2021 da un ulteriore miliardo che ha portato la valutazione di SpaceX a 74 miliardi di dollari. Nel 2023, Sequoia Capital (fonte: TechCrunch) e Andreessen Horowitz (fonte: Forbes) hanno contribuito a un round da 750 milioni, con una valutazione aziendale salita a 175 miliardi. Complessivamente, tra il 2015 e il 2024, SpaceX ha raccolto oltre 10 miliardi di dollari, utilizzati per i lanci con Falcon 9 (costo stimato di 2-3 milioni di dollari ciascuno) e per la produzione di satelliti, il cui costo unitario è sceso sotto i 500.000 dollari grazie a economie di scala.
Il servizio Starlink ha iniziato a generare ricavi nel 2020 con il lancio della versione beta pubblica, offrendo abbonamenti a 99 dollari al mese (successivamente aumentati a 110) e un kit iniziale da 599 dollari.
Gli utenti sono cresciuti rapidamente, passando da 2 milioni di abbonati nel 2023 a 4 milioni nel 2024, con un fatturato stimato di 7,7 miliardi di dollari nel 2024 (fonte: Quilty Space). Questo ha consentito a SpaceX di raggiungere il pareggio di cassa nel 2022 e un flusso di cassa positivo di 600 milioni di dollari nel 2023, come dichiarato da Musk su X.
Le proiezioni per il 2025 indicano entrate per 11,8 miliardi: sostenute da domanda privata e contratti con enti militari.
Il contributo pubblico, sebbene non predominante, ha avuto un impatto strategico, con un valore approssimativo di circa 1 miliardo di dollari in fondi e contratti con strutture pubbliche fino al 2024. Nel 2020, Starlink ha ottenuto 885,5 milioni di dollari dal Rural Digital Opportunity Fund (RDOF) della FCC (fonte: FCC), successivamente revocati nel 2022 per il mancato rispetto dei requisiti di velocità, con la decisione confermata nel 2023 e contestata da Musk come “illegale” (fonte: X). Un contratto con il Pentagono nel 2023, del valore di 23 milioni di dollari, ha supportato l’uso di Starlink in Ucraina (fonte: Dipartimento della Difesa USA). Inoltre, contratti con la NASA e il Dipartimento della Difesa per altri progetti SpaceX, come il programma Commercial Crew (valore complessivo di 4,9 miliardi di dollari dal 2014 al 2024, fonte: NASA), hanno indirettamente liberato risorse per Starlink. Elon Musk ha stimato un investimento totale di 30 miliardi di dollari per il progetto, di cui 5-10 miliardi necessari per raggiungere la redditività.
Starlink si configura quindi come un’iniziativa privata, sostenuta dai ricavi operativi di SpaceX, dall’investimento personale di Musk e da finanziatori come Google (Reuters), Fidelity (Reuters), Sequoia Capital (TechCrunch) e Andreessen Horowitz (Forbes), con un contributo limitato ma rilevante di fondi pubblici, pari a circa 1 miliardo di dollari. Senza una IPO, rinviata da Musk al 2025 o oltre per mantenere il controllo strategico (fonte: CNBC), il progetto persegue una visione di lungo periodo, reinvestendo i profitti attuali per obiettivi futuri nel settore aerospaziale.
Note a margine:
•Valore totale dei fondi raccolti da SpaceX (oltre 10 miliardi tra 2015 e 2024): È una stima aggregata basata sui round di finanziamento citati da Reuters, Bloomberg, TechCrunch, Forbes e Crunchbase.
•Costi di lancio e satelliti: I dati su Falcon 9 (2-3 milioni per lancio) e il costo unitario dei satelliti (<500.000 dollari) derivano da dichiarazioni SpaceX e analisi del settore (es. Quilty Space).
•Investimento totale di 30 miliardi e 5-10 miliardi per la redditività: Stima di Musk riportata in interviste e conferenze (es. Satellite 2021), verificabile tramite articoli di Reuters e CNBC.
•Fondi pubblici (circa 1 miliardo): Include RDOF (885,5 milioni, revocati), contratto DoD (23 milioni) e supporto indiretto NASA/DoD, stimato conservativamente.
Nota finanziaria-regolatoria
Negli Stati Uniti, le società non quotate come SpaceX e Starlink non sono sottoposte ai controlli della SEC su proprietà e transazioni finanziarie. Tuttavia, dal 1° gennaio 2024, il Corporate Transparency Act (CTA) le obbliga a comunicare al Financial Crimes Enforcement Network (FinCEN) i titolari effettivi (chi possiede ≥25% o esercita controllo sostanziale), fornendo nome, data di nascita, indirizzo e documento d’identità. L’obiettivo è contrastare riciclaggio, terrorismo e illeciti. Le società pre-2024 avevano tempo fino al 1° gennaio 2025, quelle nuove 30 giorni dalla costituzione. I dati sono riservati, accessibili solo alle autorità, con sanzioni per inadempienza (500$/giorno, max 10.000$, fino a 2 anni di carcere per dati falsi). Non ci sono conferme pubbliche che SpaceX e Starlink abbiano adempiuto, ma Elon Musk, con quote >25%, è probabilmente il titolare da dichiarare. Le loro attività sono sotto esame del Senato USA per conflitti d’interesse e del Dipartimento delle Telecomunicazioni indiano per conformità alla sicurezza prima di autorizzare i servizi satellitari.
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Analista indipendente, opero con passione per la verità e l’informazione, tutelata dall’articolo 21 della Costituzione. Iscritta all’Ordine dei Giornalisti dopo il praticantato, ho scelto di cancellarmi per coerenza etica in relazione ad esperienze con figure istituzionali. Laureata con lode in Architettura e Urbanistica, ho affinato la mia analisi tra studi professionali, cantieri navali e ricerca tecnologica. Ho collaborato con testate come Il Foglio, L’Espresso e Il Sole 24 Ore, contribuendo con articoli e analisi. Da tre anni curo una rubrica di tecnologia negli spazi dell’Istituto Bruno Leoni, approfondendo temi di innovazione e analisi. Co-autrice e curatrice del libro “Intelligenza Artificiale: cos’è davvero” con prefazione di Piero Angela, per Bollati Boringhieri.