Italia al bivio: Starlink è un progresso o un rischio?- III settimana di marzo 2025
di Claudia Giulia Ferraùto - 20 marzo 2025
Questo articolo fa parte della Newsletter settimanale “Tech e Privacy”
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Starlink: l’Italia al bivio tra innovazione e sovranità
Un’Italia divisa, sospesa tra il fascino di una poderosa rete stellare e il timore di cedere il controllo: negli ultimi mesi il dibattito su Starlink ha acceso discussioni animate. Il servizio, già disponibile per i privati - con un kit da 349 euro e un abbonamento da 29 euro al mese - potrebbe rivoluzionare le comunicazioni governative e militari se passasse un accordo da 1,5 miliardi di euro.
La tecnologia di Elon Musk promette velocità e copertura, ma ci sono molte ombre: spegnimenti improvvisi, dati a rischio, dipendenza da un privato straniero.
Tra entusiasmi, cautele e alternative, ho tracciato una mappa di appunti su come il Paese sta affrontando questo bivio cruciale.
Starlink è già una realtà quotidiana per molti italiani: nelle aree rurali e montane, dove la fibra latita, offre connessioni rapide (20-40 ms di latenza).
Il dibattito quindi non tocca Starlink nella sua interezza, riguarda invece l’idea di affidarsi a SpaceX per le comunicazioni sensibili - militari, diplomatiche, di emergenza. Questo punto ha scatenato un confronto politico e tecnico. Giorgia Meloni ultimamente guida le trattative con maggiore prudenza. Matteo Salvini apparentemente invece spinge per un sì immediato. Le oppositori e l’Europa temono una perdita di sovranità
Al momento gli scenari attorno a Starlink sono 4: uso cauto, rifiuto netto, valorizzare le alternative europee e infine un approccio ibrido.
Il dibattito riflette un’Italia al crocevia tra innovazione e autonomia.
Dal punto di vista geopolitico, il nodo è strategico
All’inizio di marzo Musk dichiara di voler incontrare direttamente il Presidente Mattarella - viene da chiedersi come mai un miliardario di questa portata non abbia un consigliere che gli spieghi l’abc istituzionale - e viene ovviamente re-indirizzato verso Meloni. Musk, siediti che ti dico una cosa che magari ti può servire un’altra volta: in Italia il Presidente della Repubblica ha un ruolo rappresentativo e non negozia direttamente contratti con imprenditori privati stranieri. Il Presidente del Consiglio dei Ministri, invece, guida proprio l’azione di governo ed è suo preciso compito partecipare attivamente a incontri per accordare contratti, se coerenti con la politica economica nazionale.
Facciamo un panoramica della posizioni? Così, di getto, dai miei appunti: il 9 gennaio 2025 su Newsweek, Meloni nega colloqui privati “Solo l’interesse nazionale guida la scelta.” Salvini, su TwitterX il 9 marzo, invece si esprime in modo netto “Firma domani, è sicurezza e modernità” (Il Sole 24 Ore). A marzo Meloni ha ancora una posizione tentennante (The Times), e l’UE osserva le evoluzioni con fare sospetto, puntando su IRIS² (2030) e Eutelsat, che con 650 satelliti LEO cresce come rivale (Reuters, 7 marzo). La Polonia, dopo aver speso 50 milioni annui per Starlink in Ucraina, minaccia di abbandonarlo il 10 marzo per l’inaffidabilità di Musk (Euractiv), mentre l’India lo abbraccia (Bloomberg, 18 marzo). Lato Italia, nel frattempo, sono partiti i test in alcune ambasciate (Libano, Iran, Burkina Faso, Bangladesh) che proseguono, ma senza dati classificati (Reuters, 13 marzo).
Tecnicamente, Starlink domina sui competitor con 7.000 satelliti LEO, e una capacità di 350 Tbps e lanci economici* tramite Starship (*10 milioni di dollari contro i 115 di Ariane 6).
In Ucraina dal 2022 è vitale ma ci sono molti limiti che pian piano emergono: velocità di 50-100 Mbps, utili solo in aree remote, e una vita satellitare di 5-7 anni che aumenta detriti. Rischi come spegnimenti o spionaggio preoccupano, anche se Teodoro Valente (ASI) rassicura: “Con crittografia italiana, nessun pericolo” (Reuters, 23 gennaio). Eutelsat, con 50 nuovi satelliti a febbraio 2025 (SpaceNews), si propone come alternativa.
I quattro scenari prendono forma
Uso con cautele - Meloni insiste sul controllo dati (Reuters, 10 gennaio), supportata da Valente.
Si - Salvini vede solo opportunità.
No - Nel PD con Nicita teme per la cybersicurezza (Euractiv), e Grudler avverte su IRIS². Fratoianni attacca “Un monopolista è un rischio” (Reuters, 8 gennaio).
Valutare le alternative - e limitare l’uso a contesti non critici.
L’Italia deve scegliere.
Starlink può spingere il PNRR (1 Gbps entro 2026)?Può aiutare i militari o gestire emergenze con Telespazio? Forse, ma la dipendenza è critica, sia sul piao tecnico che su quello geopolitico, e quindi va bilanciata con IRIS² e Eutelsat e l’adozione di regole ferree su crittografia e supervisione. Innovazione o sovranità? La decisione plasmerà il futuro strategico del Paese.
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Analista indipendente, opero con passione per la verità e l’informazione, tutelata dall’articolo 21 della Costituzione. Iscritta all’Ordine dei Giornalisti dopo il praticantato, ho scelto di cancellarmi per coerenza etica in relazione ad esperienze con figure istituzionali. Laureata con lode in Architettura e Urbanistica, ho affinato la mia analisi tra studi professionali, cantieri navali e ricerca tecnologica. Ho collaborato con testate come Il Foglio, L’Espresso e Il Sole 24 Ore, contribuendo con articoli e analisi. Da tre anni curo una rubrica di tecnologia negli spazi dell’Istituto Bruno Leoni, approfondendo temi di innovazione e analisi. Co-autrice e curatrice del libro “Intelligenza Artificiale: cos’è davvero” con prefazione di Piero Angela, per Bollati Boringhieri.