Starlink: come è nato il gigante dello spazio - III settimana di marzo 2025
di Claudia Giulia Ferraùto - 20 marzo 2025
Questo articolo fa parte della Newsletter settimanale “Tech e Privacy”
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Dalle stelle alla rete: la nascita del Colosso Starlink
Internet che sfreccia tra le stelle, è il sogno audace che nel 2015 ha preso forma nelle parole di Elon Musk. Da un annuncio a Redmond, Washington, è nato Starlink, il progetto di SpaceX destinato - piaccia o meno - a cambiare le regole della connettività globale. Ma come si è trasformata un’idea così visionaria nella rete globale che oggi collega milioni di persone, dalle città alle terre più remote? La risposta è un intreccio tra innovazione, strategia e collaborazioni che ha portato questo progetto a diventare un colosso del firmamento tecnologico.
Tutto inizia nel 2014, quando SpaceX, già attiva nel settore spaziale, avvia discussioni per un sistema di comunicazioni satellitari. I negoziati con Greg Wyler di WorldVu (poi OneWeb) falliscono, spingendo l’azienda a procedere da sola. L’anno successivo, Musk svela pubblicamente Starlink, immaginando una costellazione di satelliti in orbita terrestre bassa (LEO) per offrire internet ad alta velocità e bassa latenza, superando i limiti delle infrastrutture terrestri e dei satelliti geostazionari.
Per Musk però non è solo un servizio: è il motore per finanziare la sua idea - ancora più visionaria - di colonizzare Marte, e questo dà al progetto un respiro cosmico-futuristico.
Il percorso prende forma. Nel 2016, SpaceX registra il nome “Starlink” presso la Federal Communications Commission (FCC), ispirandosi al romanzo *The Fault in Our Stars* di John Green, e deposita una richiesta all’International Telecommunication Union (ITU) tramite l’autorità norvegese, usando il nome provvisorio “STEAM”. Nel 2018, la FCC approva il lancio di 4.425 satelliti, un numero poi ampliato a 12.000, con piani futuri per 42.000, un’espansione che richiede complessi negoziati internazionali per i diritti di atterraggio.
Le collaborazioni sono il cuore pulsante di questa crescita. SpaceX sfrutta la sua esperienza con il razzo Falcon 9 per lanciare i satelliti, riducendo i costi, e nel 2017 stringe accordi con fornitori per sviluppare tecnologie chiave come le antenne phased-array.
Il primo test arriva nel febbraio 2018 con Tintin A e B, seguito dal dispiegamento di 60 satelliti nel maggio 2019. Da lì, il ritmo accelera: entro il 2024, oltre 7.000 satelliti orbitano la Terra, supportati da una rete di stazioni terrestri che collegano il cielo al suolo.
L’evoluzione tecnologica è impressionante. I satelliti più recenti usano laser intersatellitari per comunicare tra loro, creando una maglia dinamica che amplia la copertura globale. Partnership commerciali, come quella con Microsoft nel 2020 per integrare Starlink con Azure, e strategiche, come il contratto con il Dipartimento della Difesa USA nel 2023 per l’uso in Ucraina, consolidano il progetto.
Con oltre 4 milioni di abbonati al settembre 2024, Starlink non è più solo un’idea: è una realtà che ridefinisce il ruolo dello spazio nella nostra vita.
Starlink si basa su una flotta di satelliti leggeri (circa 260 kg), dotati di pannelli solari e antenne phased-array, lanciati in “treni” con il Falcon 9. Questo approccio, unito a una visione ambiziosa e a un network di collaborazioni, ha trasformato un sogno visionario in un colosso che per il futuro della connettività.
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Analista indipendente, opero con passione per la verità e l’informazione, tutelata dall’articolo 21 della Costituzione. Iscritta all’Ordine dei Giornalisti dopo il praticantato, ho scelto di cancellarmi per coerenza etica in relazione ad esperienze con figure istituzionali. Laureata con lode in Architettura e Urbanistica, ho affinato la mia analisi tra studi professionali, cantieri navali e ricerca tecnologica. Ho collaborato con testate come Il Foglio, L’Espresso e Il Sole 24 Ore, contribuendo con articoli e analisi. Da tre anni curo una rubrica di tecnologia negli spazi dell’Istituto Bruno Leoni, approfondendo temi di innovazione e analisi. Co-autrice e curatrice del libro “Intelligenza Artificiale: cos’è davvero” con prefazione di Piero Angela, per Bollati Boringhieri.
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