Starlink e la politica globale: tensioni e strategie- III settimana di marzo 2025
di Claudia Giulia Ferraùto - 20 marzo 2025
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Questioni geopolitiche: Starlink tra tensioni e dichiarazioni
Starlink è un colosso tecnologico che si erge al centro di conflitti e alleanze fragili
La rete satellitare di SpaceX, non è solo un’innovazione, è un attore geopolitico che scuote gli equilibri globali.
Con la capacità di connettere il mondo, si è intrecciata a guerre, controversie e decisioni che trascendono i confini statali, mettendo in luce il potere crescente di un’azienda privata in un’arena un tempo esclusiva dei governi.
Come si è evoluta questa dinamica? La risposta si dipana tra l’Ucraina, gli USA, l’Europa e oltre.
Il ruolo geopolitico di Starlink emerge con forza nel 2022, quando la Russia invade l’Ucraina, devastando le reti di comunicazione locali. Elon Musk risponde “donando” migliaia di terminali, trasformando Starlink in un pilastro per l’esercito ucraino: droni, artiglieria e comunicazioni sul campo dipendono dal sistema. Ma nell’ottobre 2022, una decisione scuote questa alleanza: Musk limita l’accesso a Starlink in Crimea, temendo un’escalation nucleare con Mosca se Kiev attaccasse la flotta russa lì basata, come riportato nella biografia scritta da Walter Isaacson. La mossa, che rallenta l’avanzata ucraina, accende il dibattito sul controllo privato di tecnologie strategiche.
La tensione si riaccende nel 2025
Il 10 marzo, Musk twitta: “Their entire frontline would collapse if I turned it off”, rispondendo al ministro polacco Radosław Sikorski, che aveva criticato la dipendenza ucraina da Starlink - finanziato in parte dalla Polonia con 30 milioni di dollari nel 2024 (Washington Post). Musk rassicura: “Non lo spegnerò mai”, ma il messaggio iniziale evidenzia la vulnerabilità di Kiev. Con 42.000 terminali attivi in Ucraina a marzo 2025 (Euromaidan Press), di cui molti forniti da Polonia e USA, la rete è cruciale, ma la centralità di SpaceX preoccupa gli alleati.
Negli Stati Uniti, l’ascesa di Donald Trump nel 2025 e il suo legame con Musk complicano il quadro
Il 17 marzo, il New York Times rivela l’installazione di Starlink alla Casa Bianca, mentre Elizabeth Warren denuncia al Senato il 16 marzo: “L’FAA ha scartato un contratto da 2,4 miliardi con Verizon per Musk” (The Guardian). Questo alimenta timori di conflitti d’interesse, con Trump che sembra usare Starlink come leva d’influenza. Il Pentagono, con contratti per Starlink e Starshield, tace sui dettagli per sicurezza (AP News), e l’approccio accentua le frizioni transatlantiche.
In Europa, la dipendenza da una tecnologia USA genera allarme
La Polonia, con 24.000 terminali donati all’Ucraina, è “terrificata” da un possibile spegnimento (Daily Mail), e Sikorski il 9 marzo su TwitterX propone alternative come Eutelsat, le cui azioni schizzano (+500% nel 2025, Reuters). L’UE accelera su GOVSATCOM (2026) e Iris2 (2030), ma entrambi sono lontani dall’essere operativi, lasciando il continente in una posizione di attesa. L’Italia, invece, sperimenta Starlink in ambasciate (Burkina Faso, Bangladesh, Libano, Iran) con un possibile accordo da 1,5 miliardi di euro. Il ministro Luca Ciriani il 13 marzo precisa: “Nessuna infrastruttura critica è coinvolta” (Reuters), ma il ritiro USA da alcuni impegni europei (L’Atlantista, 5 marzo) alimenta dubbi sulla sovranità strategica (Euronews).
Le reazioni e le sensibilità internazionali sono molto accese. E Musk, il 12 marzo su X, avrebbe definito i leader europei “piccoli burocrati”, ma conferma il supporto all’Ucraina. La Polonia cerca alternative, mentre l’UE e l’Italia bilanciano innovazione e cautela.
Starlink si pone così come una risorsa potenzialmente preziosa ma anche come una gigantesca variabile imprevedibile, ridefinendo il potere geopolitico nell’era delle aziende tecnologiche.
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Analista indipendente, opero con passione per la verità e l’informazione, tutelata dall’articolo 21 della Costituzione. Iscritta all’Ordine dei Giornalisti dopo il praticantato, ho scelto di cancellarmi per coerenza etica in relazione ad esperienze con figure istituzionali. Laureata con lode in Architettura e Urbanistica, ho affinato la mia analisi tra studi professionali, cantieri navali e ricerca tecnologica. Ho collaborato con testate come Il Foglio, L’Espresso e Il Sole 24 Ore, contribuendo con articoli e analisi. Da tre anni curo una rubrica di tecnologia negli spazi dell’Istituto Bruno Leoni, approfondendo temi di innovazione e analisi. Co-autrice e curatrice del libro “Intelligenza Artificiale: cos’è davvero” con prefazione di Piero Angela, per Bollati Boringhieri.