Tech e Privacy - IV settimana di Febbraio 2025
di Claudia Giulia Ferrauto - pubblicato il 27 Febbraio 2025. Ore 6,45 am.
Siamo arrivati alla quarta uscita della newsletter e i numeri di lettura superano di oltre 20 volte il numero degli iscritti, che continua a crescere. Questo significa che i contenuti stanno circolando e che il passaparola sta funzionando.
La community si sta ampliando, con un pubblico iniziale che include giornalisti, politici, informatici e accademici. Ho ricevuto feedback che mi hanno sinceramente lusingato, così come osservazioni critiche che mi stanno aiutando a migliorare. Grazie a tutti: questo è e vuole restare uno spazio aperto al dialogo.
Un ringraziamento speciale va anche a chi ha già sottoscritto l’intenzione di sostenere la newsletter con un abbonamento a pagamento (è una funziona specifica interna alla piattaforma). Queste sono tutte dimostrazioni di stima e di fiducia che rafforzano ulteriormente la scelta di costruire un progetto di valore.
Questa settimana affrontiamo temi che ridefiniscono il nostro rapporto con la tecnologia, tra privacy, geopolitica e ricerca scientifica:
Apple ha disattivato la crittografia end-to-end per iCloud nel Regno Unito, adeguandosi alla normativa locale, una decisione che apre interrogativi sulla sicurezza digitale e sulla tutela dei dati personali. Intanto, l’Unione Europea ha avviato un piano per proteggere i cavi sottomarini, infrastrutture strategiche essenziali per le comunicazioni globali e la trasmissione energetica, sempre più esposte a rischi fisici e cyber. Sul fronte della ricerca tecnologica, Microsoft ha presentato il nuovo chip quantistico Majorana1, che potrebbe rivoluzionare il settore grazie alla stabilità dei suoi qubit, mettendo in discussione la supremazia di IBM e Google. La politica internazionale continua a intrecciarsi con il digitale: Trump ha firmato un memorandum per proteggere le aziende americane dalle digital tax straniere, aprendo la strada a tariffe punitive verso l’Europa e intensificando il confronto con l’UE su privacy e concorrenza. E poi c’è Elon Musk, ora a capo del DOGE, che ha avviato drastici tagli ai fondi pubblici, colpendo sanità, istruzione e ricerca. Un paradosso, considerando che le sue aziende sono cresciute proprio grazie a miliardi di dollari in finanziamenti statali. Che voglia evitare ai competitor le stesse opportunità di cui ha usufruito in prima persona?
Tre novità:
Il Commento: uno spazio di riflessione e dialogo che accoglierà le voci interessate a contribuire al dibattito. L’idea nasce da un commento molto interessante, ricevuto da Vittorio Macioce - autorevole firma del giornalismo e della narrativa italiana - che ha avuto la cortesia di leggermi, pur non conoscendoci di persona, e di condividere con me le sue osservazioni sui temi e le analisi che ho toccato nella precedente Newsletter, autorizzandomi a pubblicarle in questo numero.
Il Glossario: in questo numero parliamo di backdoor.
L’Indice: ogni fine mese, pubblicherò l’elenco con tutti i temi trattati nel corso del mese. Uno strumento utile per fare ordine nel frastuono delle notizie che si accavallano e per recuperare le Newsletter che vi sono sfuggite. L’indice sarà pubblicato sia in calce alla newsletter - in modo che gli abbonati sappiano che l’ultima NL di ogni mese lo conterrà, in fondo alla Newsletter - sia in un post esterno alla NL (il cui link sarà comunque disponibile QUI alle 7.15 di giovedì) in modo che possa essere agevolmente consultato da chiunque.
ps. Se questa Newsletter ti piace, sostieni il mio lavoro e condividila sui tuoi spazi social e inoltrala ai tuoi contatti!
E ora entriamo nel vivo. Qui di seguito la selezione dei 5 fatti più importanti della settimana, scelti e analizzati per offrire una sintesi personale e approfondita:
1 - Apple e la crittografia: un precedente pericoloso
I dati salvati nell’iCloud dei dispositivi Apple, da parte degli utenti britannici, non godranno più dello stesso livello di protezione da parte del gigante della tecnologia. Apple ha rimosso la funzione di crittografia end-to-end chiamata Advanced Data Protection (ADP) per iCloud nel Regno Unito, a seguito di una richiesta segreta del governo britannico basata sull’Investigatory Powers Act del 2016. Questa legge impone alle aziende di consentire l’accesso ai dati criptati per le forze dell’ordine, creando di fatto una backdoor. Tuttavia, invece di introdurre una vulnerabilità che potrebbe essere sfruttata anche da malintenzionati, Apple ha scelto di disabilitare completamente ADP per gli utenti britannici.
L’annuncio è stato dato il 21 febbraio 2025: i nuovi utenti nel Regno Unito non potranno più attivare ADP, mentre quelli che già la usavano dovranno disattivarla entro un periodo di tempo non specificato per continuare a utilizzare iCloud.
Questa modifica non influirà sulla crittografia o sui dati crittografati end-to-end per impostazione predefinita (password, dati sanitari, ecc.). Ma, sebbene non introduca una vera e propria backdoor, cedendo alla pressione governativa, permette di fatto l’accesso ai dati degli utenti senza la protezione avanzata della crittografia end-to-end dei dati nell’iCloud.
La decisione di Apple ha suscitato forti critiche da parte di esperti di sicurezza informatica e attivisti per i diritti civili. Sebbene l’azienda abbia ribadito il suo impegno a non implementare backdoor nei suoi sistemi, la disabilitazione della protezione avanzata dei dati mina la privacy degli utenti e potrebbe creare un precedente per altri Paesi. Le organizzazioni per i diritti civili temono che, se altre nazioni seguissero l’esempio del Regno Unito, si potrebbe arrivare a una sorveglianza globale di massa.
Questa vicenda rischia inoltre di danneggiare la reputazione di Apple, in un periodo in cui la protezione della privacy è considerata sempre più centrale per la fiducia nei servizi digitali. L’azienda ha espresso rammarico per la decisione, sottolineando che la crittografia end-to-end è fondamentale per proteggere la privacy degli utenti in un contesto di crescenti violazioni dei dati. La pressione governativa ha portato a una scelta che potrebbe avere ripercussioni ben oltre il Regno Unito.
A mio parere:
Questa scelta solleva molti interrogativi sulla responsabilità delle aziende tecnologiche nel tutelare i dati degli utenti. Apple aveva scelta, poteva cioè non rispettare questa richiesta? Se, da un lato, la sicurezza nazionale è un obiettivo legittimo, in linea teorica, ci si chiede se questo approccio migliori davvero la sicurezza. Se anche fosse, a quale prezzo?
Il caso del Regno Unito potrebbe segnare l’inizio di una tendenza globale che compromette la privacy e la sicurezza digitale.
Benjamin Franklin, nel 1755 scrisse, “They who can give up essential liberty to obtain a little temporary safety, deserve neither liberty nor safety”, ovvero, “Coloro che possono rinunciare alla libertà essenziale per ottenere un po’ di sicurezza temporanea, non meritano né la libertà né la sicurezza.”
Nel caso di Apple, seppur la decisione di non creare una backdoor sia un passo positivo, la disabilitazione della protezione avanzata dei dati apre comunque la porta a possibili compromessi sulla privacy e sulla sicurezza a lungo termine. Se le aziende non pongono la protezione dei dati come priorità, rischiano di perdere la fiducia dei consumatori e di compromettere la sicurezza digitale su scala globale.
Il Regno Unito ha scelto di rendere i propri cittadini meno sicuri e meno liberi.
Fonti:• The Guardian - Apple removes advanced data protection tool in face of UK government request• Financial Times - Apple withdraws cloud encryption service from UK after government order• BBC News - Apple responds to UK encryption request, citing privacy concerns• Reuters - UK government demands tech firms weaken encryption
2 - Cavi sottomarini: l’Europa corre ai ripari per proteggere le infrastrutture critiche
Il 21 febbraio 2025, la Commissione Europea e l’Alto Rappresentante per gli Affari Esteri hanno presentato il Piano d’Azione UE per la Sicurezza dei Cavi Sottomarini. Questa iniziativa mira a proteggere le infrastrutture sottomarine vitali per le comunicazioni e la sicurezza europea, dopo eventi come il danneggiamento dei cavi tra Finlandia e Germania e il sabotaggio del gasdotto Balticconnector nel 2023, attribuiti a operazioni ibride di attori ostili.
In parallelo, l’UE ha lanciato “Baltic Sentry” con la NATO per monitorare le infrastrutture nel Mar Baltico, utilizzando droni, sottomarini, navi e aerei, migliorando la capacità di sorveglianza e risposta a minacce.
L’importanza strategica dei cavi sottomarini
I cavi sottomarini sono essenziali per il traffico internet globale (99%) e l’interconnessione elettrica tra gli Stati membri. Eventuali danni potrebbero provocare il collasso delle telecomunicazioni, blocchi energetici e minacce alla sicurezza militare, rendendo urgente una protezione adeguata.
Le misure del Piano d’Azione UE, il piano si sviluppa su quattro aree chiave:
1)Prevenzione: Investimenti in infrastrutture più robuste e ridondanti; Sviluppo di cavi intelligenti con sensori per rilevare anomalie; Mappatura delle reti sottomarine entro il 2025,
2)Rilevamento: Sistema di sorveglianza integrata con droni e tecnologie avanzate; Collaborazione con ENISA per migliorare la rilevazione.
3) Risposta e ripristino: Potenziamento della flotta per interventi rapidi; 30 milioni di euro per stress test e simulazioni.
4) Deterrenza: Sanzioni per gli autori di sabotaggi, incluse navi sospette; Cooperazione con la NATO e partner internazionali; Sono previsti 540 milioni di euro per il rafforzamento delle reti in fibra ottica e 30 milioni per test di resilienza.
A mio parere:
Nonostante gli sforzi, ci sono alcune criticità:
Tempi di attuazione: la mappatura e il rafforzamento sono previsti per il 2025, ma le minacce sono già attuali. Risorse finanziarie: i fondi potrebbero non essere sufficienti per proteggere i 1,2 milioni di chilometri di cavi. Attribution: identificare i colpevoli di sabotaggi è complesso, ostacolando l’efficacia delle sanzioni. Dipendenza da fornitori esterni: aziende come Huawei Marine Networks potrebbero creare vulnerabilità. Minacce in evoluzione: i sabotaggi diventano sempre più sofisticati, necessitando tecnologie di protezione in continuo aggiornamento.
Conclusione
Il Piano d’Azione per la Sicurezza dei Cavi Sottomarini rappresenta un passo decisivo per la resilienza tecnologica dell’Europa, ma considerato l’attuale contesto inquieto, tutto dipenderà dalla velocità di attuazione, dalla cooperazione tra Stati membri e dalla capacità di anticipare minacce sempre più complesse. La sicurezza di queste infrastrutture è una priorità europea per la tenuta di dell’equilibrio globale, con impatti diretti sulla stabilità economica e geopolitica del continente.
Fonti: Commissione Europea - “La Commissione e l’Alto rappresentante presentano un piano d’azione per rafforzare la sicurezza e la resilienza dei cavi sottomarini”https://ec.europa.eu/commission/presscorner/detail/en/ip_25_907 • Euractiv Italia - “La Commissione svela un piano per proteggere i cavi sottomarini mentre aumentano gli incidenti”https://www.euractiv.it/section/innovazione-digital/news/la-commissione-svela-un-piano-per-proteggere-i-cavi-sottomarini-mentre-aumentano-gli-incidenti/• Il Sole 24 Ore - “Ue all’opera per contrastare incidenti e attentati ai cavi sottomarini”https://www.ilsole24ore.com/art/ue-all-opera-contrastare-incidenti-e-attentati-cavi-sottomarini-AF5X8K7C • Corriere Comunicazioni (CorCom) - “Reti sottomarine, ecco il piano Ue per rafforzare sicurezza e resilienza”https://www.corrierecomunicazioni.it/telco/reti-sottomarine-ecco-il-piano-ue-per-rafforzare-sicurezza-e-resilienza/• Eunews - “Droni, pezzi di ricambio e sanzioni: l’Ue presenta il piano d’azione per la sicurezza dei cavi sottomarini”https://www.eunews.it/2025/02/21/droni-pezzi-ricambio-sanzioni-ue-presenta-piano-azione-sicurezza-cavi-sottomarini/• Financial Times - “Nato to build up defence against Baltic Sea sabotage”https://www.ft.com/content/3447d821-ea41-4c85-b403-e7cc7cc49b4c• Financial Times - “Lull in wind power becalms subsea cable industry”https://www.ft.com/content/1a6019b2-0d13-483f-b699-63ca95141b0d
3 - Microsoft e Majorana1: la sfida a IBM e Google, nella nuova frontiera dell’informatica quantistica
Microsoft ha presentato Majorana 1, il primo chip quantistico al mondo basato su qubit topologici, un’innovazione che potrebbe trasformare il calcolo quantistico. Dopo 17 anni di ricerca, il chip utilizza le “quasi-particelle di Majorana” (teorizzate nel 1937) per creare qubit più stabili e meno soggetti a errori. Compatto quanto il palmo di una mano, Majorana 1 integra 8 qubit, ma è progettato per arrivare a un milione su un singolo dispositivo, superando le limitazioni dei sistemi attuali, che necessitano di complessi sistemi di correzione errori. Il cuore del chip è un “topoconduttore”, che, in condizioni estreme, genera qubit resistenti alle interferenze esterne. Microsoft punta a rendere questa tecnologia applicabile a settori come la chimica, la scienza dei materiali e l’intelligenza artificiale. La ricerca è stata pubblicata su Nature e ha attirato l’interesse della DARPA.
IBM e l’evoluzione del calcolo quantistico
IBM, leader nel settore quantistico, offre già computer quantistici operativi accessibili via cloud. Federico Mattei, Quantum Business Developer di IBM, ha recentemente sottolineato i progressi nell’ambito, evidenziando l’importanza della democratizzazione della tecnologia, con accesso gratuito per 10 minuti al mese. Nonostante i computer quantistici non siano adatti a tutti i compiti, sono ideali per simulazioni molecolari e ottimizzazione in chimica e finanza. Mattei prevede progressi significativi nei prossimi 2-5 anni, con una crescente domanda di programmatori quantistici, simile a quella per esperti di cybersicurezza.
A mio parere:
Microsoft punta su una rivoluzione con Majorana 1, ma la sua scalabilità ed efficacia sono ancora da verificare. La competizione con IBM e Google, che proseguono con qubit superconduttori, è serrata. Sarà interessante vedere quale approccio emergerà vincente nei prossimi anni.
Alcune considerazioni critiche per riflettere:
Mancanza di dati concreti: Majorana 1 è promesso come una svolta, ma mancano dettagli su prestazioni effettive, con affermazioni di aumenti di prestazioni che sembrano riferirsi a dispositivi classici piuttosto che a veri computer quantistici. Ma il tempo magari ci dirà di più! Scalabilità teorica vs pratica: La promessa di un milione di qubit su un singolo chip è ambiziosa, ma le condizioni operative richieste potrebbero complicarne l’implementazione su larga scala. Validazione indipendente: Sebbene pubblicato su Nature, sono necessari ulteriori test indipendenti per confermare la superiorità dei qubit topologici rispetto ai tradizionali qubit superconduttori. Tempi di applicazione pratica: Nonostante le promesse di rivoluzionare l’informatica quantistica, questa tecnologia potrebbe impiegare decenni per diventare pratica. Concorrenza agguerrita: IBM e Google sono avanti nella corsa con i loro qubit superconduttori. L’approccio topologico di Microsoft potrebbe essere innovativo, ma non è garantito che superi i progressi incrementali della concorrenza nel breve periodo.
Fonti: Tom’s Hardware, intervista Federico Mattei: Tom’s Hardware – https://www.tomshardware.com/interview-federico-mattei-quantum-computing-ibm -Microsoft, l’annuncio su Majorana1: MicrosoftNews – https://news.microsoft.com/source/features/innovation/microsofts-majorana-1-chip-carves-new-path-for-quantum-computing - Nature, l’articolo riguardante la ricerca di Microsoft: Nature – https://www.nature.com/articles/d41586-025-00123-4 -WSJ, Critiche degli esperti sull’annuncio di Microsoft: Wall Street Journal – https://www.wsj.com/science/physics/microsoft-quantum-computing-physicists-skeptical-d3ec07f0
4 - Trump firma memorandum per proteggere le aziende americane dalle tasse digitali straniere: una sfida implicita a Europa e Cina
Il 21 febbraio 2025, il presidente Trump ha firmato un memorandum per proteggere le aziende americane da pratiche fiscali estere, come le tasse sui servizi digitali (DST) e regolamenti come il Digital Markets Act (DMA) e il Digital Services Act (DSA) adottati nell’Unione Europea. L’amministrazione quindi esaminerà ulteriormente queste politiche e introdurrà delle misure reattive, come le tariffe. L’obiettivo dichiarato è difendere l’innovazione statunitense per impedire che altri paesi sfruttino il successo economico degli Stati Uniti. La misura però suona come un tentato di mantenere il controllo sull’economia digitale globale, a fronte di potenziali concorrenti che avanzano (e spaventano).
La Casa Bianca ha pubblicato una scheda informativa sul memorandum firmato dal presidente Donald Trump il 22 febbraio 2025. Il documento riguarda le misure per proteggere le aziende e gli innovatori americani dalle pratiche fiscali discriminatorie di altri Paesi, come le tasse sui servizi digitali (DST). Trump accusa i governi stranieri di tassare il successo delle imprese statunitensi, danneggiando così la competitività globale degli Stati Uniti. L’amministrazione ha incaricato l’USTR di esaminare le politiche fiscali di Paesi che adottano misure simili e di considerare l’imposizione di tariffe punitive per contrastare tali pratiche, affermando che solo gli Stati Uniti dovrebbero poter tassare le proprie aziende. In tal modo, l’amministrazione ribadisce la sua intenzione di proteggere e promuovere la supremazia digitale degli Stati Uniti contro normative straniere che potrebbero limitare la crescita delle aziende americane.
Questa mossa si inserisce in un contesto più ampio, dove Trump cerca di proteggere non solo le aziende statunitensi, ma anche la leadership globale degli Stati Uniti nel settore digitale, temendo che altri Paesi, tra cui l’Unione Europea e la Cina, stiano cercando di imporre regole che potrebbero indebolire la competitività delle imprese americane e spostare l’ago della bilancia in direzione dei loro mercati. L’adozione di tariffe punitive contro queste pratiche, sebbene possa rafforzare la posizione economica degli Stati Uniti nel breve termine, rischia però di alimentare le tensioni commerciali a livello globale, con conseguenti ripercussioni per le relazioni tra gli Stati Uniti e i Paesi che adottano tali politiche fiscali.
A mio parere:
Le tariffe potrebbero essere una mossa per implementare ulteriormente le sfide con l’UE e Cina.
Trump sembra voler ridefinire l’equilibrio digitale globale, andando ad aumentare le tensioni internazionali e l’isolamento economico, con effetti imprevedibili ma potenzialmente importanti, secondo il rimbalzo e le reazioni dei governi stranieri.
Se si concretizzessero le tasse paventate da Trump potrebbe innestarsi un contraccolpo bilaterale: l’Europa dipende dalle big tech statunitensi, ma le Big Tech statunitensi traggono vantaggio dal vecchio continente, a chi conviene quindi questa strategia della tensione? Non è che forse Trump sta digrignando i denti per arrivare a trattare? A voi sembrano minacce realistiche o si tratta di scena?
Fonti: White House - President Donald J. Trump Issues Directive to Prevent the Unfair Exploitation of American Innovation Link al documento • Scheda informativa della Casa Bianca sul memorandum presidenziale: https://www.whitehouse.gov/fact-sheets/2025/02/fact-sheet-president-donald-j-trump-issues-directive-to-prevent-the-unfair-exploitation-of-american-innovation/• Wall Street Journal: https://www.wsj.com/tech/trump-weighs-tariffs-to-counteract-foreign-taxes-on-tech-firms-d0a00a14 • Sullivan & Cromwell LLP - President Trump Invokes Tariff Trade Authorities to Target Foreign Countries’ Digital Services Taxes Link all’articolo • Bloomberg - Trump Eyes Tariffs to Counter Digital Taxes Despised by Big Tech Link all’articolo
5 - Elon Musk e i tagli ai fondi pubblici: il paradosso di un imprenditore “indipendente”
Negli ultimi giorni, Elon Musk ha intensificato le misure di riduzione della spesa pubblica negli Stati Uniti, in qualità di capo del Department of Government Efficiency (DOGE). Le azioni più rilevanti includono tagli ai bilanci di numerose agenzie federali, richieste di rendicontazione ai dipendenti pubblici e una possibile riduzione drastica del personale governativo.
I fatti più recenti:
• Tagli ai finanziamenti e riduzione del personale: Diverse agenzie federali, tra cui il Dipartimento della Difesa, l’IRS, il NIH e il CMS, hanno visto diminuire i loro bilanci. Il Consumer Financial Protection Bureau (CFPB) e l’Agenzia statunitense per lo sviluppo internazionale (USAID) rischiano addirittura lo smantellamento.
• 48 ore per giustificare il proprio lavoro: Il 23 febbraio 2025, Musk ha imposto ai dipendenti pubblici di giustificare il proprio operato entro 48 ore, minacciando il licenziamento in caso di mancata risposta. Questa direttiva è arrivata in seguito alle richieste del presidente Trump di accelerare i tagli alla spesa pubblica.
• Annullamento di contratti federali: Musk, tramite il DOGE, ha cancellato numerosi contratti governativi, colpendo settori chiave come ricerca e difesa. La decisione si inserisce nella politica di riduzione della spesa dell’amministrazione Trump e ha suscitato forti critiche.
• Sospensione dei finanziamenti all’USAID: L’agenzia per lo sviluppo internazionale ha visto il blocco immediato dei fondi e la sospensione delle operazioni per 90 giorni, con la possibilità di una chiusura definitiva.
• Tagli al Dipartimento dell’Istruzione: Oltre 900 milioni di dollari sono stati rimossi dal bilancio del dipartimento, incidendo principalmente sulla ricerca universitaria.
• Riduzione del personale pubblico: Musk ha proposto di tagliare fino al 70% dei dipendenti governativi, ispirandosi alle riduzioni effettuate in precedenza su Twitter.
Il paradosso Musk: è un imprenditore indipendente?
Elon Musk viene spesso celebrato come un visionario che ha rivoluzionato settori chiave come l’industria automobilistica, l’aerospazio e l’energia rinnovabile. Tuttavia, un’analisi più attenta rivela un aspetto meno enfatizzato: gran parte della crescita delle sue aziende si deve a massicci finanziamenti pubblici ricevuti nel corso degli anni.
Tesla e il sostegno statale
Nel 2010, Tesla ha ricevuto un prestito agevolato di 465 milioni di dollari dal Dipartimento dell’Energia, un’iniezione di capitale decisiva per la sua espansione. A questo si sono aggiunti 2,8 miliardi di dollari tra sussidi federali e locali, oltre agli incentivi per l’acquisto di veicoli elettrici che hanno favorito la diffusione del marchio. Un altro elemento chiave del successo finanziario di Tesla è la vendita dei certificati ambientali. Dal 2017, l’azienda ha guadagnato 10 miliardi di dollari vendendo questi crediti ad altre società che non rispettavano i parametri sulle emissioni. Solo nell’ultimo trimestre del 2024, Tesla ha incassato 692 milioni di dollari grazie a questo meccanismo.
SpaceX: un’impresa costruita su contratti pubblici
Anche SpaceX ha beneficiato in modo significativo di fondi governativi. Oltre a ricevere più di 20 miliardi di dollari in contratti dalla NASA e dal Dipartimento della Difesa, nel 2008 ha evitato il fallimento grazie a un accordo da 1,5 miliardi di dollari per il rifornimento della Stazione Spaziale Internazionale. Senza questo intervento pubblico, SpaceX – che oggi si vanta di essere insostituibile nel settore aerospaziale, anche grazie a Starlink – avrebbe avuto un destino molto diverso.
SolarCity e gli incentivi alle energie rinnovabili
SolarCity, azienda specializzata in energia solare e infrastrutture di ricarica per veicoli elettrici, ha ottenuto 497 milioni di dollari in incentivi pubblici, oltre alla possibilità di affittare un impianto statale del valore di 750 milioni di dollari per appena un dollaro all’anno. Sì, avete letto bene: un impianto da 750 milioni di dollari affittato per appena un dollaro all’anno. Un vantaggio competitivo enorme, che dimostra la sua forte dipendenza dai fondi pubblici.
A mio parere:
Nonostante Musk si presenti come un imprenditore indipendente e critico nei confronti della spesa pubblica, il suo impero si è costruito grazie a miliardi di dollari in finanziamenti statali. Ora che, attraverso il DOGE, ha assunto un ruolo influente nel governo USA, sta attuando tagli significativi ai programmi pubblici, compresi quelli che potrebbero favorire i suoi concorrenti.
Le sue scelte sollevano diverse preoccupazioni:
• Impatto sui servizi pubblici: La riduzione drastica del personale e dei fondi rischia di compromettere l’efficacia di servizi essenziali come sanità, istruzione e sicurezza.
• Divisione nell’opinione pubblica: Un sondaggio del 21 febbraio ha mostrato che solo il 42% degli americani sostiene l’operato del DOGE.
• Rischi per la sicurezza nazionale: La sospensione dei finanziamenti all’USAID e i tagli alle agenzie federali sollevano interrogativi sugli effetti a lungo termine sulla politica estera e sulla capacità degli Stati Uniti di rispondere a crisi internazionali.
•Doppio standard competitivo: ora che Musk si trova in una posizione di potere, potrebbe usare la sua influenza per ostacolare aziende concorrenti e limitare le opportunità di finanziamento per altre imprese emergenti.
Conclusione
Mentre Musk taglia miliardi di dollari di fondi pubblici, ci si chiede se Tesla, SpaceX e SolarCity avrebbero davvero ottenuto gli stessi risultati senza il supporto statale. La risposta è facile. Se taglia i fondi pubblici, come troverà il modo di continuare a beneficiarne? Accederà a nuove forme di finanziamento pubblico ad personam, mentre taglia fondi e sostegni ai suoi concorrenti?
Fonti: AP News - Elon Musk’s DOGE annulla contratti federali •Business Insider - Elon Musk’s DOGE has worked quickly to cut federal agencies. Here’s a list of what’s been targeted so far.•Borsa Italiana - USA, Musk dà ai dipendenti pubblici 48 ore per giustificare il proprio lavoro.•Fortune Italia - I tagli del DOGE di Musk non sono poi così popolari.• Franco Bernabè - La Repubblica “Quei sussidi pubblici che hanno fatto ricco Musk” (21 febbraio 2025)
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Il Commento
Il commento di questa settimana è a firma di Vittorio Macioce, protagonista autorevole del giornalismo e della narrativa italiana. Le sue riflessioni, che si collegano a temi che ho spesso trattato e condiviso, offrono spunti interessanti sull’attualità e sull’orizzonte attuale. Vi invito a leggerlo con calma per riflettere insieme.
“Ciao Claudia e, soprattutto, grazie. L’analisi è chiara e interessante. Secondo me ci sono due aspetti cruciali da valutare. Il primo è geopolitico. Usa e Cina sono partite a ventre basso nella sfida della terza (o quarta) rivoluzione industriale. Tutte e due sanno che da questa dipenderà il controllo, e le gerarchie, sul futuro del mondo.
Le rivoluzioni industriali sono un cambio di paradigma che definiscono chi avrà potere e ricchezza e in che misura. Per vincerla sono disposte a tutto e questo significa ballare sull’imponderabile. Siccome è una sfida tra imperi l’attenzione per i diritti individuali e per i cosiddetti diritti universali passa in secondo piano.
Ora che lo faccia la Cina non stupisce, se lo fa l’America è un cambio di paradigma culturale. È la più antica democrazia del mondo moderno che cambia volto. Non è cosa da poco.
In questo scenario ci sono poi i grandi protagonisti privati, una sorta di capitani di ventura della globalizzazione, che si muovono con incredibile potere nelle pieghe degli imperi. La loro impostazione ha qualcosa di feudale e questo rende le dinamiche del futuro davvero imprevedibile, perché si innesta al di là delle logiche degli Stati nazione piccoli o grandi che siano. Mi sembra che questi capitani di ventura si muovano al di là del diritto o della legge, soprattutto hanno in mano le chiavi della rivoluzione tecnologica e sono bene o male i padri delle macchine intelligenti.
Questa accelerazione della storia non solo non ha una formula filosofica, fatichiamo a capire chi siamo, ma non ha risposte costituzionali e politiche. Stiamo viaggiando in una terra sconosciuta dove intellettuali e masse si limitano a giocare a un passatempo binario dove tutto è bianco o nero.” - Vittorio Macioce (21 febbraio 2025)
Il Glossario
Cos’è una Backdoor: una backdoor è un accesso nascosto e segreto all’interno di in un sistema informatico che consente di bypassare le normali misure di sicurezza. Può essere inserita intenzionalmente dagli sviluppatori per manutenzione, sfruttata da hacker per attacchi o implementata da governi per attività di sorveglianza.
Due casi famosi:
Il caso Juniper Networks
Nel 2015, Juniper Networks ha scoperto un codice non autorizzato nei suoi firewall che fungeva da backdoor. Questo codice permetteva di decrittare il traffico VPN e ottenere accesso amministrativo ai dispositivi, compromettendo la sicurezza di reti aziendali e governative. L’incidente ha mostrato come persino strumenti progettati per proteggere i sistemi possano trasformarsi in vulnerabilità critiche.
Il caso Snowden
Nel 2013, Edward Snowden ha rivelato che la NSA aveva inserito backdoor in software e hardware di aziende tecnologiche per monitorare le comunicazioni globali. Questo ha sollevato gravi preoccupazioni sulla privacy e sulla sicurezza dei dati, dimostrando come le backdoor possano essere usate per sorveglianza di massa senza il consenso degli utenti.
L’indice
Tutti i temi trattati su “Tech e Privacy” nel mese di Febbraio 2025
Tech e Privacy - I settimana di Febbraio
Blocco di DeepSeek da parte del Garante Privacy italiano
DeepSeek e il suo impatto sui mercati: la sfida alle Big Tech USA
ChatGPT Gov: l’adozione dell’AI da parte del governo USA
MemeCoin di Trump e Melania: un’ascesa nel mondo delle criptovalute
Le cinque tendenze dell’AI per il 2025 secondo il MIT
Tech e Privacy - Il settimana di Febbraio
Paragon Spyware: il software israeliano che ha spiato giornalisti e attivisti in Italia
Prosegue l’idillio tra OpenAI e Trump: Musk assiste nervoso e si affretta a reclamare il suo posto a capotavola
Scienza sotto assedio negli Stati Uniti: il piano Doge minaccia i dati climatici della NOAA
Starlink in Italia: tra opportunità e rischi per la sovranità digitale europea
L’Europa nella corsa globale dell’intelligenza artificiale
Tech e Privacy - Ill settimana di Febbraio
Politica e dati: il caso Musk e la sicurezza delle informazioni federali
Il Governatore della Banca d’Italia avverte: la deregulation crypto USA minaccia la stabilità finanziaria europea
Droni, Starlink e sorveglianza: un giro di boa dal Messico al futuro della guerra
Xi Jinping e Jack Ma: segnali di distensione per il settore tecnologico cinese
Grok 3 vs. GPT-5: la sfida AI tra Musk e Altman continua
Tech e Privacy - IV settimana di Febbraio
Apple e la crittografia: un precedente pericoloso.
Cavi sottomarini: l’Europa corre ai ripari per proteggere le infrastrutture critiche.
Microsoft e Majorana1: la sfida a IBM e Google, nella nuova frontiera dell’informatica quantistica.
Trump firma memorandum per proteggere le aziende americane dalle tasse digitali straniere: una sfida implicita a Europa e Cina.
Elon Musk e i tagli ai fondi pubblici: il paradosso di un imprenditore “indipendente”.
Il Commento: a firma di Vittorio Macioce.
Il Glossario: cos’è una backdoor.
Nota informativa:
Dopo aver seguito gli sviluppi del settore e individuato i fatti più rilevanti della settimana e il loro impatto nel breve e lungo periodo, ho strutturato il lavoro scegliendo cosa evidenziare e quali fonti citare. Questo ha portato a due versioni: una estesa e ricca di dettagli per chi vuole approfondire e restare aggiornato professionalmente e una più fresca e maneggevole per chi vuole sapere tutto in soli tre minuti di lettura, pubblicata dall'Istituto Bruno Leoni.
Per rendere il testo più pulito, ho utilizzato un editor AI per individuare refusi, errori e impaginare la struttura, sempre sotto la mia supervisione.